A pranzo sulla Porrettana
Mi piace mangiare. Sono di quelle che a tavola regala grandi soddisfazioni (datemi tutto ma non i capperi, quelli non riesco proprio a buttarli giù) e cerco, quando possibile, di abbinare ad una mangiata soddisfacente contesti piacevoli, viaggi mordi e fuggi da cartolina, uscite fuori porta di gusto e di sostanza.
IDEE PER UNA GITA FUORI PORTA TRA TOSCANA ED EMILIA ROMAGNA
Lo scorso weekend doveva piovere, ma poi non ha piovuto. Il piano di “fuga settimanale” originario ormai era andato in fumo ma ho deciso di rendere comunque la domenica “un momento speciale” e ho tirato fuori dal cilindro l’idea di un pranzo sulla Porrettana. Qualcosa come un'oretta e un quarto di auto da casa mia.
La strada statale 64 Porrettana (SS 64) collega Pistoia e l'alta Toscana all'Emilia-Romagna. E’ stata istituita nel 1928: ci sono voluti quasi 30 anni per costruirla! Comincia nei pressi del centro di Pistoia (loc. Capostrada), si dirige verso nord toccando la località di Signorino (sempre nel comune di Pistoia), valica il Passo della Collina, attraversa San Pellegrino, Bellavalle, Sambuca Pistoiese ed entra in Emilia. Attraversato il confine regionale, si sviluppa lungo la valle del Reno e tocca Porretta Terme, Silla, Vergato, Marzabotto, Sasso Marconi e Casalecchio di Reno.
SULLE TRACCE DEI GRANDI CANTAUTORI ITALIANI TRA PAVANA, ZOCCA E MONGHIDORO
Se hai tempo e i grandi cantautori italiani ti suscitano qualcosa (se la risposta è no, tira dritto) puoi improvvisare un itinerario particolare, sulle tracce di alcuni tra gli artisti che hanno fatto la storia della nostra musica. Francesco Guccini nella sua Pavana il 14 giugno (proprio quel giorno, mentre io guidavo tra i tornanti, lungo i valichi dell’Appennino, lui brindava alla sua) ha festeggiato il traguardo degli 80 anni. Lontano da tutto e da tutti la “leggenda italiana” ha scelto un paesino a cavallo fra le province di Pistoia e Bologna come oasi di pace e tranquillità.
La Zocca del mitico Blasco (meta di pellegrinaggio irresistibile per i fan sfegatati di Vasco Rossi), non è poi così distante. E già che ci sei, preparati una playlist "back to the sixties" e spingiti fino a Monghidoro, il paese di Gianni Morandi, un'altra delle colonne portanti della musica leggera italiana.
STREET FOOD A MERENDA: I DURONI EMILIANI
Lungo la strada che si arrotola sulle colline tra boschi, paesini e trattorie che sembrano abbandonate, il pit stop al banchetto di frutta è tassativo: il richiamo dei duroni, i frutti rossi di stagione dell’Emilia Romagna, è stato più forte delle curve da mal d'auto. Se ne trovano diversi, basta scegliere il rapporto qualità prezzo migliore e portar via una cassettina "souvenir".
DOVE MANGIARE SULLA STRADA PORRETTANA
Ho raggiunto Pioppe di Salvaro attraversando un ponticino con "fermata foto subito", in direzione della Trattoria Malvina, una tipica casa di campagna immersa nel verde, con caminetto d’inverno e veranda d’estate, perfetta per tutte le stagioni.
Un mix tra la casa della nonna, locanda tipica e piena di ricordi, e un mercatino delle pulci alternativo dove andare a scovare, trovare e contemplare oggetti tra i più bizzarri provenienti da ogni parte d’Italia... e del mondo! Ad accoglierti all'ingresso ci sono una cabina telefonica inglese, un semaforo ed una pompa Shell vintage. E alle pareti strumenti musicali antichi di ogni tipo, dai mandolini ai sax passando per le fisarmoniche, foto d'epoca, orologi, macchine fotografiche d'antiquariato e pentole in rame.
La cucina è quella tipica bolognese: su tovaglie a quadri rustiche e country si mangiano funghi porcini, tortelli ripieni, crescentine e tigelle, salumi, grigliate di carne, polenta, tartufo e dolci fatti in casa. Tutto local. Tutto molto consigliato!
Le finestre si affacciano sul verde, sul grandissimo giardino che è un “dopo pranzo” ideale per sedersi sotto al gazebo tra le rose, gustarsi il caffè, far giocare i bambini (c'è un campo da calcio notevole), fare due passi nell’orto vicino al pozzo e arrivare fino al garage, un museo a cielo aperto, stracolmo di cimeli del passato. Uno più curioso dell'altro: insegne, cartelli stradali, vecchie biciclette. Una caccia divertente all'oggetto più estroso.
COSA FARE A PIOPPE DI SALVARO
Dopo un pranzo abbondante, cosa c'è di meglio di una passeggiata digestiva? Il contesto offre anche questa possibilità. Una buona idea è lasciare l'auto parcheggiata nel cortile del ristorante e raggiungere la chiesa parrocchiale di Salvaro a piedi godendosi i colori, i campi di papavero, di grano, i ciliegi e tutto quello che la natura sa offrire specialmente all'inizio dell'estate.
DOVE DORMIRE SULL'APPENNINO TOSCO-EMILIANO:
A 40 KM DI DISTANZA (ma ne vale davvero la pena) c’è l’agriturismo “Mulino degli Elfi”. E' un posto magico, per me. Un posto incantato dove ho festeggiato un pranzo di compleanno grazie al "buono regalo" di una persona speciale. Che non c'è più e che mi ha fatto scoprire, regalandomi questa occasione, quel "nido" dove tornare ogni volta che c'è da festeggiare in famiglia una ricorrenza particolare.
Oltre a godere di una cucina semplice e casalinga con menù fisso, l'antico "Mulino" restaurato è una soluzione interessante per un soggiorno mordi e fuggi sull'Appennino.
Fra le frazioni di Ca’ di Landino e Baragazza nel comune di Castiglione dei Pepoli l'agriturismo ha mantenuto intatta la sala macine. E' suggestivo muoversi tra il fienile, il magazzino dei cereali e l’abitazione del mugnaio. Le camere da letto per gli ospiti sono contraddistinte da un’atmosfera semplice e genuina, quella dei tempi passati.
Requisiti indispensabili per affrontare questo mini tour dell'Appenino:
- aver voglia di guidare
- aver voglia di guidare tra tornanti e strade di montagna
- aver voglia di mangiare
- aver voglia di mangiare tanto e senza fretta (è tutto molto slow, sia il viaggio che il servizio al ristorante).
Buon weekend!
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